Attenzione: gluten free non significa sano.
Le merendine senza glutine sono ricche di zuccheri e grassi esattamente come le altre.
La traduzione è banale: “gluten-free” vuol dire “senza glutine”. Niente di più. Eppure, con la complicità del marketing, sono in molti a pensare che i prodotti confezionati con quell’etichetta siano anche più “sani” e “dietetici” degli altri. Non è così. Le merendine per bambini certificate “gluten-free” contengono eccessive quantità di zucchero, o di sale, o di grassi al pari di quelle che non pubblicizzano l’assenza del glutine.
Lo ha dimostrato uno studio appena pubblicato su Pediatrics che ha esaminato il contenuto nutrizionale di 66 prodotti per bambini dotati del contrassegno alimentare che rende sicuri gli acquisti per i celiaci e di 308 prodotti confezionati privi della specifica etichetta.
Il risultato? In quattro snack su cinque, con o senza glutine, almeno il 10 per cento delle calorie deriva dallo zucchero. Nessun prodotto con queste caratteristiche può essere definito “sano”, dicono i ricercatori.
L’88 per cento dei prodotti gluten-free sono stati considerati poveri da un punto di vista nutrizionale perché troppo ricchi di zucchero, sale, grassi totali, grassi saturi e acidi grassi trans. Lo stesso giudizio è toccato al 97 per cento delle merendine senza bollini particolari.
I ricercatori, in sostanza, bocciano allo stesso modo i due tipi di alimenti industriali.
«Alcuni genitori – ha detto Charlene Elliott, dell’University of Calgary in Canada e autore principale dello studio – scelgono una dieta senza glutine pensando che sia più salutare per i propri bambini. Ma quando si osserva il profilo nutrizionale del cibo gluten-free confezionato, si scopre che non è così».
Da tempo gli esperti di nutrizione sono impegnati a sfatare i falsi miti sul gluten-free: «Ci sono molti cereali particolarmente ricchi, integrali e senza glutine – ha detto alla Reuters Marion Groetch, esperta in nutrizione e allergia alimentare presso la Icahn School of Medicine di New York City non coinvolta nello studio – come l’amaranto, il miglio, la quinoa, il grano saraceno. Ma la maggior parte dei prodotti senza glutine contengono riso, mais o fecola di patate e quindi sono ancora meno nutrienti dei prodotti trasformati che contengono grano. Questi prodotti quindi sono meno ricchi di fibre e micronutrienti e più ricchi di grassi e zuccheri».
Il successo dei prodotti gluten-free non è giustificato dai dati epidemiologici della celiachia: l’intolleranza al glutine riguarda l’1 per cento della popolazione ma il cibo senza glutine finisce nel carrello di un numero molto più alto di persone.
«Gli scaffali dei supermercati – ha detto alla Reuters Samantha Heller, nutrizionista al Langone Medical Center della New York University che non è stata coinvolta nello studio – sono ormai zeppi di cibi privi di glutine che sono altrettanto dannosi delle controparti contenenti glutine. I genitori dovrebbero concentrarsi di più su alimenti integrali, fatti in casa, con o senza glutine».